Abstract -
Questo studio intende discutere i
principali problemi di valutazione dell’efficienza globale di spesa
dei governi locali, presentando un’applicazione di tecniche
non-parametriche (DEA) all’insieme delle attività svolte dai Comuni in
Italia. L’analisi si basa su un campione di 262 Comuni appartenenti
alla Provincia di Torino e stima una frontiera di best-practice per
cinque funzioni che rivestono un ruolo primario in termini sia di
essenzialità dei servizi erogati che di incidenza sul bilancio
comunale (in media, 86% della spesa corrente totale): amministrazione
generale, gestione rifiuti, viabilità e trasporti, istruzione e
assistenza agli anziani. I risultati evidenziano che – a parità di
servizi garantiti ai cittadini – mediamente è possibile risparmiare il
22% delle risorse attualmente destinate alle cinque funzioni, con
valori della spesa inefficiente che tendono a crescere al diminuire
della dimensione dei Comuni. La stima dei rendimenti di scala rivela
anche che la dimensione ottima a cui un Comune dovrebbe operare è
compresa fra i 2.000 e i 5.000 abitanti, fornendo supporto alle
recenti forme di cooperazione osservate fra le piccole amministrazioni
locali (es. Unioni di Comuni). Infine, da una prima analisi
esplorativa delle possibili determinanti dell’inefficienza, il grado
di autonomia fiscale e la rigidità del vincolo di bilancio dei Comuni
emergono come i fattori più rilevanti ai fini del contenimento degli
sprechi di spesa, mentre comportamenti opportunistici dei politici
incumbent legati al “ciclo di bilancio elettorale” hanno l’effetto di
aumentare l’inefficienza. |