La riforma del
Trasporto Pubblico Locale (TPL) è stata avviata in Italia nella
seconda metà degli anni Novanta allo scopo di attuare una
riorganizzazione strutturale del comparto, volta a consentire un
processo di riequilibrio economico-finanziario dei gestori del
servizio. Tra i meccanismi introdotti allo scopo di incentivare
recuperi di efficienza da parte degli operatori assumono particolare
rilievo le disposizioni normative in tema di erogazione dei sussidi.
Questo studio si pone come obiettivo l’analisi comparata di diverse
modalità di contribuzione alle imprese di TPL applicate a livello
locale nei vari contesti regionali. Il campione analizzato (45 imprese
di TPL osservate nel periodo 1993-1999) è caratterizzato dalla
presenza sia di imprese che per tutto l’arco temporale rimangono
soggette a forme di rimborso a piè di lista (contratti cost-plus),
sia di gestori per i quali invece sono stati introdotti meccanismi di
sussidio incentivanti (contratti fixed-price). Attraverso
l’impiego di indicatori statistici, l’analisi mostra come per il
secondo gruppo di operatori l’adozione di contratti incentivanti si
traduca in una migliore performance produttiva rispetto ai gestori con
schemi di regolamentazione cost-plus, in termini sia di minori
costi unitari medi che di una più elevata produttività dei fattori. Da
tali risultati è possibile trarre alcune indicazioni utili alla
definizione di strategie di ottimizzazione economica, in ambito
d’impresa e nel contesto delle scelte di policy delle Autorità
Locali di regolamentazione. |